25 febbraio 2012
SE MONTI E BERLUSCONI PARI SONO
Sono bastati cento giorni per far tornare Monti tra i mortali. Non ce ne voglia Francesco Merlo – che utilizziamo soltanto come pretesto per spiegare un certo vizio della sinistra moraleggiante – ma il suo articolo oggi su Repubblica fa un po’ pensare. Dopo aver salutato il varo del governo Monti come l’avvento di una “diversa antropologia” – diversa rispetto al precedente esecutivo, va da sé – ora rimarca una certa “retorica che ricorda la funesta lavagna di Porta a Porta” (sic!). Sul sito web della Presidenza del Consiglio il premier ha spiegato quanto fatto finora, ma è colpevole di essere stato un po’ troppo spigliato, di aver esagerato “per voglia di seduzione”, come quei professori che cedono “alla vanità di farsi gigioni”. Nel discorso del premier “ci sono troppe delizie!”. E poi quell’utilizzo disinvolto di parole inglesi come e-governement e smarts communities quando “non c’è niente di più italiano del tu vo’ fa l’americano”. E quelle espressioni un po’ piacione come “le reti idriche del mezzogiorno” o “l’edilizia carceraria”. Persino “il sistema ferroviario del Sud” non va bene. “Certo – riconosce Merlo – Berlusconi si spingeva sino ad inaugurare da Vespa il futuro ponte sullo Stretto… ma il genere è lo stesso”. Ora Berlusconi non c’è più, ma che noia questa sinistra recriminatoria e finta ingenua, dietro alle persiane a mugugnare. Questo popolo di anime belle sempre alla ricerca del santo, del puro, sì insomma del moralmente diverso e quindi sempre delusa, inacidita, con l’occhio stanco, spiritato, febbrile. Se Monti non piace perché verosimilmente adotterà provvedimenti indigesti lo si dica, ma non si tiri in ballo la sua “politica-annuncio”. L’azione di governo è – anche – “promozione e marketing”, che male c’è? Merlo chiude il pezzo con un parallelo tra i cento giorni di Napoleone e la disfatta di Waterloo. Qua si pensa che – se continua così – a Sant’Elena è più probabile che ci vada la sinistra.
Monti
Berlusconi
Merlo
Repubblica
| inviato da Attentialcane il 25/2/2012 alle 11:44 | |
10 febbraio 2012
CAPELLO COME SCHETTINO
"Insomma Capello si è rivelato un complice e non un capo. Doveva essere lui a punirlo invece di farsi commissariare e scappare via come Schettino".
Francesco Merlo dice cose condivisibili, però come sempre esagera.
Schettino
Capello
Merlo
| inviato da Attentialcane il 10/2/2012 alle 17:49 | |
23 novembre 2011
CANCELLIERA
A proposito di quanto si andava dicendo qui sul vezzo provinciale di poter finalmente ostentare all'estero una classe politica prussiana, vorrei sommessamente far notare che la Cancellieri è una che mediaticamente spacca.
Cancellieri
Merlo
| inviato da Attentialcane il 23/11/2011 alle 14:52 | |
3 novembre 2010
CONTRORDINE COMPAGNI: VITALITA' BAVOSA
Lo aspettavamo e alla fine il pezzo del ridicolo Francesco Merlo è arrivato. E' molto violento e dice che in Berlusconi "c'è il desiderio sessuale ridotto a barlume, c'è il Viagra come pullulare di immagini e di suoni", che è "la bava che gli ha lasciato l'antico vizio del caprone e del toro da monta", che sono da preferire "i nostri maschi da casino" che almeno "erano cisposi e ruvidi ma non disperati". Merlo dunque ha di fatto ammesso che la trovata retorica sull'"animalità viziosa comunque vitale" che gli faceva preferire il Berlusconi affamato di figa al Berlusconi bestemmiatore è una cazzata di rara rotondità. Ma, tra tori da monta e maschi ruvidi, trovo che si sia lasciato un po' andare. Anche se bisogna riconoscergli un certo talento come autore porno soft.
30 ottobre 2010
WAITING FOR BLACKBIRD
Sul bunga-bunga si aspetta il solito ficcante commento di cronaca di Francesco Merlo su Repubblica. Quello che "è vero che era losco il Berlusconi degli eccessi sessuali e dell'animalità viziosa ma era comunque vitale". Quello dell'infinita fiera dell'est moralista che fa perdere da un po' di tempo le elezioni alla sinistra.
8 aprile 2009
E DA QUALCHE PARTE, NELLE PAGINE DEGLI SPETTACOLI O DELLO SPORT, DOVRA' PUR ESSERCI VOLTAIRE E IL TERREMOTO DI LISBONA
Di Benedetto Croce sapevo ("carattere italiano di grande equilibrio, di prudenza e di stabilità", sic!), di Gaetano Salvemini no.
17 novembre 2008
FRADICIAMENTE DEMOCRISTIANO

Io mi sentirei di appoggiare cautamente l'articolo di Francesco Merlo oggi su Repubblica se non fosse per un particolare: la battaglia per Sergio Zavoli o Furio Colombo la faccia lui.
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