Certo che – oggicomeoggi – mangiare è diventata una faccenda pregna di sottotesti e di metafore. Prendi lo spot del Galbanino per esempio, quello per cui ogni piatto è un’invenzione (anche il pane e salame?).
Una giovane coppia deve pranzare. Cosa normalissima, direte voi. Ma sono due piccioncini frizzanti, forse sposati da poco, con gli ormoni squassati dall’estate. E così, al ritmo del flamenco, ingaggiano una divertente sfida a colpi di ricette a base di Galbanino. “Per sottolineare la versatilità di utilizzo del prodotto”, dicono qui, dove dicono anche che “il gioco, tra l’ironico e il sensuale, culmina a sorpresa in un finale scherzoso”.
E così, dopo aver modellato - lei - un cuore di formaggio, lui – con un fare torbidamente spagnolo - guarda il canarino nella gabbia, oohhh, cara, l’animaletto ricordo della tua adolescenza che cinguettava nella tua cameretta bellina di pre-donna che non ballava il flamenco con il suo lui così penosamente e ex-scoutamente infoiato.
L’uccello in verità è alquanto spelacchiato.
Ma, in questo gioco al rialzo, cosa vuoi fare caro? Staccargli le zampettine e offrirle alla tua donnetta che, oohhhh, che matto che sssei?
Primopiano di lei che sorride con occhietti a fessura e che pare un uccello piccolo borghese appuntito e tutto sembra meno che sensuale: una donna futura madre che – intanto – si toglie qualche sfizio col suo uomo in ferie, ma soltanto un po’ eh!
Ecco, questo spot – nella sua finzione di felicità impiastricciata, da villaggio Valtur - è di una tristezza infinita.